VITTIME
PRIMA PARTE
FRECCE DAL PASSATO
Di Igor Della Libera
Bolivia.
La Paz. Palazzo del Governo. Anni fa.
Simon
Maddicks attraversò di corsa il lungo corridoio del dolore come era stato
ribatezzato da quel tedesco, Klaus Barbie, che era diventato il consigliere del
presidente in virtù dell'estrema
creatività e meticolosità che metteva nel pianificare campi di concentramento e
torture sempre diverse.
Maddicks era
un mercenario con una coscienza, ma ogni volta che passava di fianco a quelle
porte di ferro tutte uguali dentro quel budello di cemento e acciaio non era
più sicuro che fosse così. Lui coordinava le truppe militari e di certo non
insegnava loro ad uccidere donne e bambini.
Le sue mani
erano meno sporche di altre in quel palazzo, diceva tra se. sempre meno
convinto. Doveva andarsene da La Paz con i suoi uomini fedeli e lasciare che
quel pazzo dittatore si scavasse la fossa con le sue mani.
Da lì ad un
anno il presidente sarebbe caduto ma a quel tempo Maddicks non poteva saperlo e
per quanto il prurito dell'anima era diventato insopportabile, i soldi erano
sempre tanti e facilissimi.
Odiava stare
nella stanza con Barbie. Il tedesco era scappato in tempo ai processi contro i
suoi altri colleghi nazisti e si era trasferito prima di altri in Sudamerica.
Qui aveva scoperto che le sue qualità come consulente in materia di repressione
dei diritti umani e sofferenza erano molto ricercate.
Mentre
parlava con lui Maddicks immaginava di spezzargli quel collo secco, di prendere
a pugni la sua faccia da tartaruga sadica. Barbie era un nostalgico in tutto
soprattutto nella divisa la stessa che indossava al tempo del terzo reich.
Mostrava con
orgoglio i gradi dorati cuciti un pò ovunque e anche se il corpo era quello di
un vecchio la portava con orgoglio sentendosi dentro quel tessuto che si era
macchiato del sangue di tanti innocenti, giovane come quando venne conosciuto
con il triste appellativo di Macellaio di Lione.
Maddicks era
stato convocato da Barbie. Il tedesco stava bagnando le mani in un lavandino
scrostato. La stanza era occupata dal tavolo di ferro, da alcuni elettrodi
collegati ad una batteria e dai suoi rinomati strumenti chirurgici. Alcuni
inventati da lui stesso per massimizzare il dolore.
-Non serve
che nasconda il suo disprezzo Maddicks. Sappiamo entrambi che preferirebbe
strisciare nel fango con i vermi invece di stare qui a vedere come lavora un
vero uomo.
-Sono qui
perchè mi è stato detto che voleva vedermi. Sa già come la penso sui voi
bastardi nazisti in particolare su quelli che vista la mala parata hanno
tagliato la corda. Se non sbaglio gli stessi che avevano più volte professato
fedeltà eterna a Hitler.
-E non è quello
che sto facendo? Porto avanti il
suo credo. Da morto non avrei mai potuto farlo. Ammetto che il presidentissimo
non è certo un fuhrer... ma in questi tempi difficili bisogna sapersi
accontentare.
Maddicks sentiva che
stava per arrivare il momento in cui il tedesco avrebbe affondato la sua
stoccata.
-Io sono sempre stato
dalla parte dei cosiddetti cattivi, ma lei invece non serviva prima il bene
supremo. La mia fedeltà si compra con il sangue la sua con i dollari.
Maddicks sentì più
volte il suono delle vecchie ossa naziste che si spezzavano, purtroppo rimaneva
solo nella sua testa. Nella realtà la
replica fu interrotta dalla porta che si aprì.
Uno degli assistenti boliviani
di Barbie teneva per un braccio una ragazza di non più di 19 anni. Aveva gli
abiti strappati e dei lividi sul collo e sulla parte di petto che spuntava tra
la stoffa lacera.
-L'abbiamo presa mentre
cercava di portare delle armi ai ribelli.
Maddicks strinse il
pugno e le unghie penetrarono nella carne. Lo fece per trattenersi, per non
reagire. Farlo voleva dire finire come la ragazza. Barbie aveva ragione. Era un
codardo anche lui. Cambiava solo il motivo.
-Legala al tavolo mi
occuperò di lei dopo che avrò finito con il nostro soldatino. Mi sono appena
tolto l'odore disgustoso del sangue di questi selvaggi e adesso devo sentirlo
di nuovo. E poi dicono che il mio è un lavoro facile.
Maddicks non riusciva a
distogliere lo sguardo dalle operazioni dietro di loro, il soldato colpì al
viso la ragazza per ridurla a miti consigli. Lei non reagì più,
si fece legare come se la vita avesse già abbandonato il suo corpo. Maddicks
però vide lo sguardo che cercava il suo, disperatamente. Il soldato aveva
iniziato a tagliarle i vestiti con una forbice
Maddicks voleva
andarsene di lì. Si sentiva colpevole quanto Barbie. Anche di più.
-Questo è quello che
voglio che facciano i suoi uomini.
Si sentirono dei passi
nel corridoio del dolore. La ragazza era ormai nuda e nuovamente cercava di
divincolarsi. Lo sguardo sempre più angosciato come se sapesse che l'unico in
quella stanza che poteva aiutarla era il militare americano.
Sulla soglia comparve
un giovane mercenario del gruppo di Maddicks: Marc Spector.
-Simon ci sono dei
problemi con i ribelli. Adesso abbiamo le informazioni di intelligence che ci
servono.
Se Spector si accorse
della ragazza non lo diede a vedere.
Da lì a qualche anno la
sua vita sarebbe cambiata ma a quel tempo in Bolivia la sua anima era ancora
una lunga notte senza luna.
Maddicks guardò in direzione della ragazza mentre Barbie lo
spingeva fuori. L'ultima occhiata alla vittima di quel mostro prima che il
metallo della porta si chiudesse risuonando come un rintocco di morte. Corse
via per non sentire le prime di molte urla mentre Spector lo seguiva con la
mano sul fucile e lo sguardo privo di pieta.
New York. Tetti di
Alphabeth City. Oggi.
Steve Gun non aveva
bisogno di guardarsi indietro. Sapeva che gli incappucciati stavano alle sue spalle.
Erano piuttosto veloci e agili in quelle tuniche scure. Le uniche cose che
scintillavano nella notte erano i loro coltelli ricurvi. Aveva ficcato il naso
nella chiesa sconsacrata sbagliata, ma almeno adesso aveva qualcosa da portare
al suo cliente ma per farlo prima doveva seminare quegli indiavolati.
Il tetto davanti a lui
non era lontano, un salto sarebbe bastato. Non era il primo ma dopo
l'inseguimento il fiatone si faceva sentire e l'adrenalina della fuga non
bastava più.
Prese una leggera rincorsa
quando dall'alto un fulmine argenteo si schiantò sul tetto tra lui e i suoi
nemici.
Moon Knight era sceso
dal cielo per salvarlo. Moon deviò la pugnalata usando i rinforzi in kevlar sul
braccio e poi stese il tipo con un calcio rotante. L'altro era furioso e nel
buio del cappuccio i suoi occhi bruciavano, occhi drogati e feroci.
La sua voce divenne un
grido.
-Non fermerai
l'eclissi.
Steve Gun vide la scena
dell'attacco, ci sarebbe voluta una ripresa al rallentatore per godere di
quella coreografia di lotta.
Il tutto durò
pochissimo e finì con Moon Knight che premeva con forza il braccio sul suo
collo dell'aggressore.
-Chi diavolo siete?
Cos'è l'eclissi?
-La fine per te e il
tuo dio blasfemo.
Moon Knight voleva
altre risposte, le domande non mancavano. Ma sentì un ticchettio prima quasi
impercettibile poi sempre più forte. Si spostò di lato giusto il tempo per
vedere il corpo dell'incappucciato scuotersi. Il petto sotto la sua tunica
esplose e nella carne si aprì uno squarcio rotondo da cui il sangue schizzò
violentemente.
Moon Knight gli tolse
il cappuccio e vide incisa sulla sua fronte l'immagine di un' eclissi. Rozza
perchè fatta dolorosamente sulla carne con la punta di un coltello.
Si girò ma l'altro non
c'era più, sgattaiolato nelle ombre che l'avevano partorito.
Rimaneva Steve Gun. Se
era inseguito da quei tipi qualcosa doveva sapere.
Steve stava ancora riprendendo
fiato, lo sguardo maculato di stanchezza. Alzò la testa leggermente e si
accorse che le minacce non erano finite.
.-Moon attento alle
spalle.
Il dardo lo sfioro, una
freccia dalla punta d'acciaio che si conficcò nei mattoni del camino. Moon Knight
aveva già tra le dita una mezzaluna, ma prima doveva sfuggire alle altre
frecce. Sembrava che si materializzassero dal nulla come se l'essere avesse
poteri soprannaturali.
Due puntarono verso Gun
e Moon Knight lo protesse tendendo il mantello che subito divenne rigido e creò
un campo energetico che deviò le frecce spedendole in altri punti del tetto.
-Le vittime chiedono
vendetta. La urlano e solo io posso sentirle. Le vittime vogliono il tuo
sangue. Il bianco con cui ti vesti non può nascondere per sempre il nero del
tuo passato.
Moon sentì quelle
parole entrare in profondità più delle frecce. L'ombra si gettò all'indietro,
le braccia aperte come le ali di un angelo. In quell'istante intuì che si
trattava di una donna. Moon Knight corse al bordo del tetto e la vide cadere
giù verso la strada deserta.
Non toccò l'asfalto,
sparì prima.
Gun lo raggiunse alle
spalle.
-Una tua ex? Le mie si
limitano a lanciarmi dei piatti.
Moon lo guardò come se
esigesse silenzio e Gun capì. Il detective tornò dal cadavere dell'uomo della
setta. Si chinò su di lui. Moon lo raggiunse, si era ripreso dai cattivi
pensieri evocati dalle parole dell'ombra assassina.
-Cosa volevano da te
questi tizi? Cosa sai dell'eclisse?
-A parte che è un
fenomeno che accade raramente, che può essere di sole e di luna, nient'altro.
E' una fortuna che stessi sorvolando questa zona.
-Non è un caso se sono
qui. Stavo cercando te e alcuni tuoi colleghi al Red Bear mi hanno detto che
avevi un incarico da queste parti. Roba grossa hanno aggiunto.
Gun avvicinò un
fiammifero alla brace della sigaretta.
-Chiaccheroni
invidiosi.Che ne dici se ci togliamo da qui, non vorrei che la tua amichetta
tornasse a scambiarci per dei bersagli. Pensi che lavori per gli incapucciati?
Sia la loro Elektra o roba simile?
-Magari ce lo diranno
le sue frecce.
Si portò nel punto dove
dovevano essere rimaste in terra ma non trovò nulla. A testimoniare che
l'attacco c'era stato rimasero i fori piuttosto profondi sul tetto. Ritrasse un
dito da uno di questi.
-Brutta storia. Non solo
le frecce sono sparite ma sono state in grado di bucare il cemento. Hai ragione
meglio togliersi da qui.
Detto questo gli bastò
digitare qualcosa sul suo polso dove era celata una micro pulsantiera per far
comparire sopra di loro la sagoma del suo jet mezzaluna. Una scaletta scese
veloce e Moon la afferrò abituato a farlo. Gun gettò la sigaretta senza essere
arrivato alla metà e sbuffò.
-Niente
teletrasporto...
Moon lo afferrò per il
braccio e accompagnò la sua mano sui gradini di corda.
Ad attenderli, dopo la
lamentosa salita di Gun, c'era Frenchie. Il suo accento francese rese la frase
indirizzata a Gun ancora più sarcastica.
-Dovresti selezionare
meglio i tuoi ospiti. Ultimamente qui a bordo facciamo salire chiunque.
-Il discorso sulla
selezione dovrebbe valere anche per gli assistenti. Non ti bastava che fosse
francese pure gay lo hai scelto.
Moon non voleva più
aspettare, doveva sapere perchè Gun aveva attirato l'attenzione di quei tipi.
Inutile dire che la parola eclisse gli turbinava nella mente ma non riusciva ad
associarla a nulla di conosciuto.
Gun ripreso fiato
raccontò la sua storia.
-E' venuto da me un
tipo. Persona per bene. Tipico padre di famiglia. La figlia come molti
adolescenti era scappata di casa. Lui aveva paura che fosse finita in un brutto
giro. L'unico indizio che mi ha dato è stato un indirizzo trovato nel diario
della giovane. Era scritto più volte. Sono andato a vedere a cosa si riferisse.
Frenchie intervenne.
-Immagino che non hai trovato
un negozio di Abercrombie con i saldi 24 ore su 24.
-Prima di andarci avevo
cercato informazioni sul posto. Sapevo che avrei trovato una chiesa
sconsacrata. Onestamente non avevo mai fatto caso che nel quartiere
dell''alfabeto ce ne fosse una, ma d'altronde non si può dire che sia mai
andato d'accordo con i preti.
Moon Knight immaginò il
resto.
-Non hai trovato la
ragazza ma quei tipi con i pugnali.
-Sbagli. Ho visto la
ragazza, era uguale alla foto che mi aveva dato il padre. Solo che non era
vittima di quel culto ma ne faceva parte. Una setta satanica adolescenziale ho
pensato. La nuova moda del sabato sera, il ritrovo dei ragazzi scappati di casa
in cerca di emozioni.
Frenchie si girò mentre
con una mano accarezzava la cloche.
-Il post Twilight può
essere duro da superare. Anche io ho adorato quei film soprattutto il tizio a
torso nudo.
Moon alzò la voce.
-Il cadavere di quel
tipo non era certo quello di un teenager e anche il modo in cui è morto. Quelli
fanno sul serio. E poi c'è l'ombra con le frecce. Quella era un'assassina
professionista. Da come parlava voleva me. Mi ha dato un avvertimento ma
tornerà.
Gun non aveva
dimenticato l'altro motivo per cui stava guardando New York dall'oblò di una
mezzaluna volante.
-E per questo non ti
ringrazierò mai abbastanza per avermi salvato. Però non mi è sfuggito il fatto
che mi stavi cercando per un altro motivo.
-Frenchie era andato a
trovare un suo amico...
Gun virgolettò la sua
interruzione.
-Amichetto con lui sono
tutti amichetti.
-Le continue battute sui
gay denotano in genere un desiderio represso..
-E quelle sui
francesi...
-Il fatto che sei un
rozzo americano.
Moon aveva incrociato
le braccia.
-Basta così. Non è il
momento per scambiarsi battute. L'amico di Frenchie era un detective del Red
Bear e, vuoi continuare tu...
Du Champ si fece cupo
anche i suoi occhi riflessi nel vetro del jet tradivano una profonda tristezza.
-Si chiamava Jimmy
Delano. Quando sono andato da lui la porta era socchiusa e c'era il suo
cadavere sul pavimento. Aveva una ferita sul petto. Ora che ci penso, dopo
quello che ha detto Moon, poteva trattarsi di un colpo di freccia.- finita la
congettura si rivolse direttamente a Gun - sappiamo entrambi che non c'è
nessuno in città che sa più cose di te soprattutto quando c'è da spolverare gli
scheletri degli armadi altrui.
Anche il volto di Gun
fu attraversato da un'ombra e anche il suo umore cambiò di colpo.
-Delano se la faceva
con Simon Maddicks che è stato per diverso tempo un mercenario super criminale.
Non ho mai creduto alla sua redenzione e avevo messo in guardia Delano su certe
frequentazioni...- poi si rivolse a Moon cercando di guardarlo negli occhi
difficili da trovare nel buio della maschera -una freccia ha detto Frenchie.
Non pensi anche tu che la nostra amichetta sul tetto possa essere la colpevole?
Non dirmi che non ci avevi pensato perchè non ci credo. E se fosse tutto un
piano, la chiesa il culto la tiratrice con l'arco...
Il pilota voleva sapere
la destinazione.
Moon Knight disse
sicuro.
-Gun qual'è l'indirizzo
della chiesa sconsacrata? Immagino che non sia lontana da qui. Voglio andarci a
dare un'occhiata. Simon Maddicks può aspettare.
L'ombra con le frecce
aveva parlato del suo passato e ora spuntava fuori un nome che ne aveva fatto
parte che era scritto su una delle pagine più orribili della storia di Spector.
Visto che non esistevano coincidenze c'era solo da chiedersi se quello spettro
sapeva la sua vera identità, se il bersaglio non fosse Moon Knight ma Marc
Spector.
***
La mezzaluna sorvolò il
Tompinks Square Park, oltre la sua recinzione e le aree verdi ben curate c'era
la avenue F dove Gun aveva visto il vecchio edificio popolato dalle presenze
inquietanti dei cultisti dell'Eclisse.
Moon Knight quasi si
aspettava di trovare un'area vuota magari in costruzione, invece in fondo alla
strada nel punto in cui questa si allargava non più stretta tra i palazzi retrò
tipici della città dell'alfabeto, comparve la facciata dismessa di una vecchia
chiesa gotica.
Moon Knight si fece
calare davanti all'ingresso, un portone in legno con intarsi in bronzo che
raccontavano qualche storia di santi e peccatori.
Alcune vetrate erano
sfondate e rimaneva solo lo scheletro in piombo, altre invece lasciavano
intravedere tra le loro forme colorate alcune deboli luci come se dentro non
fosse disabitata. Il portone scricchiolò non in modo sinistrò ma con il rumore
che accompagna ogni vecchia struttura.
La chiesa all'interno
non era molto grande e un cospicuo numero di panche erano state sradicate e
gettate di traverso alla navata che solo da metà proseguiva pulita verso
l'altare.
Non sembravano esserci
tracce di strane sette, l'unica testimonianza di vita erano delle candele
accese in alto, le stesse che gettavano all'esterno i loro bagliori.
Moon Knight si guardò
intorno. Scostò dei vecchi tendaggi e sbirciò dentro un confessionale
polveroso. Andò anche nelle stanze oltre l'altare quelle occupate in passato
dal prete.
Niente. Solo locali
vuoti e armadi che conservavano qualche abito scuro e un colletto non più
bianco ma grigio polvere.
I cultisti dell'eclisse
erano stati assai meticolosi nel non lasciarci dietro nulla.
Perchè inseguire il
detective per un isolato fin sui tetti con l'intenzione di uccidere? E cosa ci facevano dei teen agers tra quella
gente? Un mistero dentro l'altro come in una matriosca.
Lasciò la chiesa
richiamando il jet mezzaluna. Una volta a bordo espresse tutti I suoi dubbi.
-Non è rimasto nulla
della cerimonia che dici di aver visto.
-Sono stati veloci a
far scomparire tutto. Il fatto che avevo alle calcagna quei due incapucciati
dimostra che non mi sono inventato le cose. Adesso vorrei solo andare a casa,
farmi una doccia e una bella dormita.
Moon Knight era
abbastanza d'accordo. Avrebbe lasciato all'indomani la faccenda Maddicks. C'era
solo una cosa da verificare prima.
Era stato stupido a non
prendere subito il cadavere del suicida. Quando tornò sul luogo
dell'aggressione non c'era più, sparito nel nulla senza lasciare traccia come
fosse stato inghiottito dalla notte.
***
La mezzaluna attraversò
l'aria lasciando una scia argentata e quando si conficcò nel petto di un
manichino iniziò a sprigionare una carica elettrica. Il pupazzo si scosse e poi
cadde all'indietro.
-E' ancora troppo
forte. Ho pensato che se Occhio di Falco (1) ha delle frecce di tutti i tipi,
posso fare lo stesso con le mie armi. La mezzaluna esplosiva mi ha salvato la
vita contro l'atlatindeo (2). La parola d'ordine è diversificare.
Moon Knight non parlava
da solo aveva sentito i passi di Frenchie ed era rivolto a lui anche se non si
era girato per guardarlo. Frenkie si strinse
nelle spalle.
-A me sembra che stai
facendo di tutto per non pensare a Maddicks. Io non ero con te a quel tempo. Mi
trovavo su un altro fronte, ma so cos'è successo.
-Non ti si può
nascondere nulla. Per quanto abbia aiutato la gente vestito da Moon Knight
quello spettro ha ragione è troppo il sangue sulle mie mani perchè basti una
vita, anche da eroe, a lavarlo via.
-Non volevo dire questo
-tentennò l'amico- e tu non stai facendo del bene solo combattendo il crimine
ma anche con la Spectocorp. La riapertura dell'acquario, i lavori daranno
opportunità lavorative a molta gente. Sei una brava persona Marc.
-Adesso ma un tempo ero
una persona orribile anzi in certi casi non ero nemmeno un'essere umano.
Rivedere Maddicks riaprirà solo un sacco di ferite ma devo farlo per scorprire
chi mi vuole morto, perchè e soprattutto se conosce la mia identità segreta.
***
I detective privati
sono stati resi affascinanti dai film e dai libri ma la realtà è ben diversa.
Quelli del Red Bear
erano ex poliziotti usciti dal giro per qualche errore di troppo, oppure
vigilantes che hanno abbandonato le agenzie di sicurezza per mettersi in
proprio.
Andavano di moda anche
gli amatoriali, gente che pensava che ficcare il naso negli affari altrui,
soprattutto di lenzuola e corna, fosse un affare più redditizio di lavorare
come impiegato.
Le nuove entrate in
questo mondo dai contorni sfuocati e dalle relazioni ambigue erano i super
criminali, quelli che avevano già intrapreso la strada di una difficile
redenzione.
Qui inimicizie
personali, rancori e odi non troppo nascosti venivano accantonati per il tempo
di una bevuta o di una partita a poker. Ovviamente le cose non andavano sempre
così.
La notizia della morte
di Jimmy Delano era già arrivata ai tavoli e ad uno in particolare dove era
seduto un uomo sulla quarantina che stringeva un bicchiere di liquore con
rabbia. Quella morte lo preoccupava non poco e non solo perchè lavorava con
Delano.
Timori fondati perchè
Simon Maddicks sapeva che la freccia che aveva colpito il suo amico era
destinata a lui. Simon stava bevendo quando nel pub entrò Steve Gun tirato a
lucido con l'espressione di chi, se avesse potuto, sarebbe stato triste solo al
suo funerale non certo a quello degli altri.
Con Delano si
frequentavano e se al momento della notizia un pò si era rattristato, passate
24 ore era lì non certo per un tributo sentito ma perchè qualcuno vestito di
bianco dai modi assai convincenti gli aveva ordinato di andarci.
Gli aveva anche detto
di fare un'altra cosa, per questo avvicinandosi alla testa semi rasata di
Maddicks stava maledicendo Moon Knight.
Gun sapeva dei
trascorsi di Maddicks della sua carriera come super criminale. Se avesse
indossato i suoi vecchi panni dell' Averla Assassina probabilmente gli avrebbe
fatto meno paura. Si sedette al suo tavolo senza nemmeno chiedere se poteva per
farsi coraggio e dimostrare allo squalo che non era un boccone facile. Maledì
un'altra volta Moon Knight.
-Simon Maddicks
detective privato. Suona bene meglio di Maddicks e Delano non trovi?
-Ci conosciamo? -
chiese l'ex mercenario con la voce che tradiva insofferenza.
-Siamo colleghi. Qui
dentro siamo una grande famiglia che da un pò di tempo si è messa ad accogliere
pecorelle smarrite.
Gun non fece in tempo
ad evitare la presa ferrea di Maddicks che strinse con forza le dita intorno al
suo polso, bloccandogli la mano a mezz'aria.
-Istinto suicida o
cosa?
-Voglio solo fare
quattro chiacchere sapere se sei interessato a chi va in giro a tirare frecce
fantasma alla gente.
Maddicks non nascose la
sua sorpresa, pensava che Gun fosse il solito piantagrane ubriaco. Adesso
quella visita inopportuna assumeva ben altra sostanza. Non mollò ancora la
presa e lo guardò negli occhi come a scoprire se non stava mentendo.
-Ero amico di Delano.
Lui aveva capito che uno come me poteva essere un ottimo socio. Ero con lui
quando la freccia lo ha colpito. Se sai qualcosa su chi è stato ti conviene
parlare – diede un calcetto alla borsa ai piedi del tavolo – altrimenti qui
dentro ho qualcosa per rendere questa notte la peggiore della tua vita.
-Maledetto Moon Knight-
pensò Gun sentendo come la morsa intorno al suo polso stava aumentando. Adesso
era il momento di usare le informazioni del crociato lunare quelle che
avrebbero dovuto far saltare sulla sedia l'ex Averla Assassina.
-So che è collegato o
meglio collegata a quanto è successo in Bolivia. Ti ricordi la tua vacanza in
Bolivia offerta dal dittatore locale. Bei panorami, massacri di innocenti e un
sacco di amicizie interessanti.
Maddicks mollò
finalmente il braccio di Gun e senza pensare afferrò il bicchiere che si
frantumò tra le sue dita.
-Un tipo informato
vedo. E cos'è che ti rende così sicuro che si tratta della Bolivia? Lo ammetto
è stata una brutta storia una per cui ho ancora degli incubi, ma non è stata la
sola.
Si era quasi tradito ma
Maddicks era pur sempre un uomo e adesso la sua parte umana era parecchio
scossa.
-Ho le prove di quanto
dico. Se hai capito non sono qui per caso.
-E perchè mi
aiuteresti, se non ricordo male alle riunioni dei detective tu eri uno di
quelli che avrebbe visto volentieri gentaglia come noi ex criminali di nuovo
dietro le sbarre.
-Un favore per un
favore. Delano non aveva tutti i torti è meglio essere tuo amico che nemico.
-Va bene portami da
questa fantomatica prova e poi spiegami bene come sai della Bolivia. Solo dopo
che l'avrai fatto potremmo parlare di quello che vuoi da me.
-Vedo che siamo
arrivati ad un accordo – gettò l'occhio verso la borsa .-per curiosità li
dentro cosa c'è?
-Una mia vecchia
amica.- disse Maddicks allungando la frase con un sorriso spezzato.
-Mi alzo prima io, ti
aspetto fuori.
-Non ti conviene
tentare scherzi o ti presenterò la mia vecchia amica. Lei è molto esigente con
gli uomini. Gli piacciono morti.
-Maledetto Moon Knight
– pensò Gun sorridendo al criminale e avviandosi verso l'uscita. Una volta
all'esterno premette un pulsantino sull'orologio da polso.
Maddicks lo sorprese
alle spalle ma non si accorse di quel piccolo gesto.
-Dove andiamo? - disse
facendo oscillare un poco la borsa.
-Da questa parte.-
disse Gun facendo l'errore di guardarsi troppo attorno nel vicolo che dopo
qualche metro sarebbe sfociato nella zona del porto, nell'area scarico carico
dei container.
-Stai contando le
stelle? Chiese Maddicks allungandogli un braccio sulla spalla.
-Perchè?
-Perchè guardi in
cielo. Stai per caso aspettando qualcuno? Non penserai mica di sorprendere il
vecchio Simon.
-Non ho nessuna
intenzione di farlo
-Meglio così...-
strinse la sinistra in un pugno minaccioso.
Gun provava a stare
tranquillo, non voleva che quello psicopatico sentisse battere forte il suo
cuore.
Il vicolo sbucò davanti
ai primi grossi container, enormi scatoloni di metallo spiaggiati nell'area del
porto, alcuni arrugginiti, altri più nuovi e luccicanti. Moon Knight vedeva i
due dall'alto di una gru su cui si era appollaiato. Avrebbe aspettato ancora un pò prima di intervenire.
-Dov'è finito Moon
Knight, ho fatto quanto mi ha detto. Sono stato un ottima esca.- pensò Gun.
Maddicks si sentiva
inquieto.
-Allora vuoi dirmi
quanto manca.- lo guardò meglio negli occhi che cercavano di sfuggire i suoi
-Conosco quello sguardo, è di chi vuole fregarmi. E' una fottuta trappola vero.
Adesso parlerai in un modo o nell'altro, che è quello che preferisco.
Con forza lo sbattè
contro una delle pareti di metallo, poi aprì la borsa. Sotto gli occhi
terrorizzati di Gun estrasse i bracciali dell'Averla Assassina, li sistemò ai
polsi. Le lame taglienti iniziarono a sfrigolare.
-Adesso conoscerai la
mia vecchia amica, l'Averla Assassina. Non preoccuparti le scariche non ti
uccideranno. Il bello di questi laser è che provocano dolori terribili ma
cicatrizzano le ferite permettendo di aprirne un bel pò...vediamo a che numero
di tagli arrivi tu Steve Gun.
Gun chiuse gli occhi e
per quella che lui credeva l'ultima volta pensò
-Maledetto Moon Knight.
Continua...
NOTE
1)Se volete godervi uno
dei pochi incontri tra Occhio di Falco e Moon Knight leggete il team up
"Natale a Miami" in due parti che trovate tra gli aggiornamenti del
mese.
2) L'incontro con
l'atlantideo c'è stato nei primi numeri di questa serie.