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VITTIME

 

PRIMA PARTE

FRECCE DAL PASSATO

 

Di Igor Della Libera

 

 

 

Bolivia. La Paz. Palazzo del Governo. Anni fa.

 

Simon Maddicks attraversò di corsa il lungo corridoio del dolore come era stato ribatezzato da quel tedesco, Klaus Barbie, che era diventato il consigliere del presidente  in virtù dell'estrema creatività e meticolosità che metteva nel pianificare campi di concentramento e torture sempre diverse.

Maddicks era un mercenario con una coscienza, ma ogni volta che passava di fianco a quelle porte di ferro tutte uguali dentro quel budello di cemento e acciaio non era più sicuro che fosse così. Lui coordinava le truppe militari e di certo non insegnava loro ad uccidere donne e bambini.

Le sue mani erano meno sporche di altre in quel palazzo, diceva tra se. sempre meno convinto. Doveva andarsene da La Paz con i suoi uomini fedeli e lasciare che quel pazzo dittatore si scavasse la fossa con le sue mani.

Da lì ad un anno il presidente sarebbe caduto ma a quel tempo Maddicks non poteva saperlo e per quanto il prurito dell'anima era diventato insopportabile, i soldi erano sempre tanti e facilissimi.

Odiava stare nella stanza con Barbie. Il tedesco era scappato in tempo ai processi contro i suoi altri colleghi nazisti e si era trasferito prima di altri in Sudamerica. Qui aveva scoperto che le sue qualità come consulente in materia di repressione dei diritti umani e sofferenza erano molto ricercate.

Mentre parlava con lui Maddicks immaginava di spezzargli quel collo secco, di prendere a pugni la sua faccia da tartaruga sadica. Barbie era un nostalgico in tutto soprattutto nella divisa la stessa che indossava al tempo del terzo reich.

Mostrava con orgoglio i gradi dorati cuciti un pò ovunque e anche se il corpo era quello di un vecchio la portava con orgoglio sentendosi dentro quel tessuto che si era macchiato del sangue di tanti innocenti, giovane come quando venne conosciuto con il triste appellativo di Macellaio di Lione.

Maddicks era stato convocato da Barbie. Il tedesco stava bagnando le mani in un lavandino scrostato. La stanza era occupata dal tavolo di ferro, da alcuni elettrodi collegati ad una batteria e dai suoi rinomati strumenti chirurgici. Alcuni inventati da lui stesso per massimizzare il dolore.

-Non serve che nasconda il suo disprezzo Maddicks. Sappiamo entrambi che preferirebbe strisciare nel fango con i vermi invece di stare qui a vedere come lavora un vero uomo.

-Sono qui perchè mi è stato detto che voleva vedermi. Sa già come la penso sui voi bastardi nazisti in particolare su quelli che vista la mala parata hanno tagliato la corda. Se non sbaglio gli stessi che avevano più volte professato fedeltà eterna a Hitler.

-E non è quello che sto facendo? Porto avanti il suo credo. Da morto non avrei mai potuto farlo. Ammetto che il presidentissimo non è certo un fuhrer... ma in questi tempi difficili bisogna sapersi accontentare.

Maddicks sentiva che stava per arrivare il momento in cui il tedesco avrebbe affondato la sua stoccata.

-Io sono sempre stato dalla parte dei cosiddetti cattivi, ma lei invece non serviva prima il bene supremo. La mia fedeltà si compra con il sangue la sua con i dollari.

Maddicks sentì più volte il suono delle vecchie ossa naziste che si spezzavano, purtroppo rimaneva solo nella sua testa.  Nella realtà la replica fu interrotta dalla porta che si aprì.

Uno degli assistenti boliviani di Barbie teneva per un braccio una ragazza di non più di 19 anni. Aveva gli abiti strappati e dei lividi sul collo e sulla parte di petto che spuntava tra la stoffa lacera.

-L'abbiamo presa mentre cercava di portare delle armi ai ribelli.

Maddicks strinse il pugno e le unghie penetrarono nella carne. Lo fece per trattenersi, per non reagire. Farlo voleva dire finire come la ragazza. Barbie aveva ragione. Era un codardo anche lui. Cambiava solo il motivo.

-Legala al tavolo mi occuperò di lei dopo che avrò finito con il nostro soldatino. Mi sono appena tolto l'odore disgustoso del sangue di questi selvaggi e adesso devo sentirlo di nuovo. E poi dicono che il mio è un lavoro facile.

Maddicks non riusciva a distogliere lo sguardo dalle operazioni dietro di loro, il soldato colpì al viso la ragazza per ridurla a miti consigli. Lei non reagì più, si fece legare come se la vita avesse già abbandonato il suo corpo. Maddicks però vide lo sguardo che cercava il suo, disperatamente. Il soldato aveva iniziato a tagliarle i vestiti con una forbice 

Maddicks voleva andarsene di lì. Si sentiva colpevole quanto Barbie. Anche di più.

-Questo è quello che voglio che facciano i suoi uomini.

Si sentirono dei passi nel corridoio del dolore. La ragazza era ormai nuda e nuovamente cercava di divincolarsi. Lo sguardo sempre più angosciato come se sapesse che l'unico in quella stanza che poteva aiutarla era il militare americano.

Sulla soglia comparve un giovane mercenario del gruppo di Maddicks: Marc Spector.

-Simon ci sono dei problemi con i ribelli. Adesso abbiamo le informazioni di intelligence che ci servono.

Se Spector si accorse della ragazza non lo diede a vedere.

Da lì a qualche anno la sua vita sarebbe cambiata ma a quel tempo in Bolivia la sua anima era ancora una lunga notte senza luna.

Maddicks guardò  in direzione della ragazza mentre Barbie lo spingeva fuori. L'ultima occhiata alla vittima di quel mostro prima che il metallo della porta si chiudesse risuonando come un rintocco di morte. Corse via per non sentire le prime di molte urla mentre Spector lo seguiva con la mano sul fucile e lo sguardo privo di pieta.

 

New York. Tetti di Alphabeth City. Oggi. 

 

Steve Gun non aveva bisogno di guardarsi indietro. Sapeva che gli incappucciati stavano alle sue spalle. Erano piuttosto veloci e agili in quelle tuniche scure. Le uniche cose che scintillavano nella notte erano i loro coltelli ricurvi. Aveva ficcato il naso nella chiesa sconsacrata sbagliata, ma almeno adesso aveva qualcosa da portare al suo cliente ma per farlo prima doveva seminare quegli indiavolati.

Il tetto davanti a lui non era lontano, un salto sarebbe bastato. Non era il primo ma dopo l'inseguimento il fiatone si faceva sentire e l'adrenalina della fuga non bastava più.

Prese una leggera rincorsa quando dall'alto un fulmine argenteo si schiantò sul tetto tra lui e i suoi nemici.

Moon Knight era sceso dal cielo per salvarlo. Moon deviò la pugnalata usando i rinforzi in kevlar sul braccio e poi stese il tipo con un calcio rotante. L'altro era furioso e nel buio del cappuccio i suoi occhi bruciavano, occhi drogati e feroci.

La sua voce divenne un grido.

-Non fermerai l'eclissi.

Steve Gun vide la scena dell'attacco, ci sarebbe voluta una ripresa al rallentatore per godere di quella coreografia di lotta.

Il tutto durò pochissimo e finì con Moon Knight che premeva con forza il braccio sul suo collo dell'aggressore.

-Chi diavolo siete? Cos'è l'eclissi?

-La fine per te e il tuo dio blasfemo.

Moon Knight voleva altre risposte, le domande non mancavano. Ma sentì un ticchettio prima quasi impercettibile poi sempre più forte. Si spostò di lato giusto il tempo per vedere il corpo dell'incappucciato scuotersi. Il petto sotto la sua tunica esplose e nella carne si aprì uno squarcio rotondo da cui il sangue schizzò violentemente.

Moon Knight gli tolse il cappuccio e vide incisa sulla sua fronte l'immagine di un' eclissi. Rozza perchè fatta dolorosamente sulla carne con la punta di un coltello.

Si girò ma l'altro non c'era più, sgattaiolato nelle ombre che l'avevano partorito.

Rimaneva Steve Gun. Se era inseguito da quei tipi qualcosa doveva sapere.

Steve stava ancora riprendendo fiato, lo sguardo maculato di stanchezza. Alzò la testa leggermente e si accorse che le minacce non erano finite.

.-Moon attento alle spalle.

Il dardo lo sfioro, una freccia dalla punta d'acciaio che si conficcò nei mattoni del camino. Moon Knight aveva già tra le dita una mezzaluna, ma prima doveva sfuggire alle altre frecce. Sembrava che si materializzassero dal nulla come se l'essere avesse poteri soprannaturali.

Due puntarono verso Gun e Moon Knight lo protesse tendendo il mantello che subito divenne rigido e creò un campo energetico che deviò le frecce spedendole in altri punti del tetto.

-Le vittime chiedono vendetta. La urlano e solo io posso sentirle. Le vittime vogliono il tuo sangue. Il bianco con cui ti vesti non può nascondere per sempre il nero del tuo passato.

Moon sentì quelle parole entrare in profondità più delle frecce. L'ombra si gettò all'indietro, le braccia aperte come le ali di un angelo. In quell'istante intuì che si trattava di una donna. Moon Knight corse al bordo del tetto e la vide cadere giù verso la strada deserta.

Non toccò l'asfalto, sparì prima.

Gun lo raggiunse alle spalle.

-Una tua ex? Le mie si limitano a lanciarmi dei piatti.

Moon lo guardò come se esigesse silenzio e Gun capì. Il detective tornò dal cadavere dell'uomo della setta. Si chinò su di lui. Moon lo raggiunse, si era ripreso dai cattivi pensieri evocati dalle parole dell'ombra assassina.

-Cosa volevano da te questi tizi? Cosa sai dell'eclisse?

-A parte che è un fenomeno che accade raramente, che può essere di sole e di luna, nient'altro. E' una fortuna che stessi sorvolando questa zona.

-Non è un caso se sono qui. Stavo cercando te e alcuni tuoi colleghi al Red Bear mi hanno detto che avevi un incarico da queste parti. Roba grossa hanno aggiunto.

Gun avvicinò un fiammifero alla brace della sigaretta.

-Chiaccheroni invidiosi.Che ne dici se ci togliamo da qui, non vorrei che la tua amichetta tornasse a scambiarci per dei bersagli. Pensi che lavori per gli incapucciati? Sia la loro Elektra o roba simile?

-Magari ce lo diranno le sue frecce.

Si portò nel punto dove dovevano essere rimaste in terra ma non trovò nulla. A testimoniare che l'attacco c'era stato rimasero i fori piuttosto profondi sul tetto. Ritrasse un dito da uno di questi.

-Brutta storia. Non solo le frecce sono sparite ma sono state in grado di bucare il cemento. Hai ragione meglio togliersi da qui.

Detto questo gli bastò digitare qualcosa sul suo polso dove era celata una micro pulsantiera per far comparire sopra di loro la sagoma del suo jet mezzaluna. Una scaletta scese veloce e Moon la afferrò abituato a farlo. Gun gettò la sigaretta senza essere arrivato alla metà e sbuffò.

-Niente teletrasporto...

Moon lo afferrò per il braccio e accompagnò la sua mano sui gradini di corda.

Ad attenderli, dopo la lamentosa salita di Gun, c'era Frenchie. Il suo accento francese rese la frase indirizzata a Gun ancora più sarcastica.

-Dovresti selezionare meglio i tuoi ospiti. Ultimamente qui a bordo facciamo salire chiunque.

-Il discorso sulla selezione dovrebbe valere anche per gli assistenti. Non ti bastava che fosse francese pure gay lo hai scelto.

Moon non voleva più aspettare, doveva sapere perchè Gun aveva attirato l'attenzione di quei tipi. Inutile dire che la parola eclisse gli turbinava nella mente ma non riusciva ad associarla a nulla di conosciuto.

Gun ripreso fiato raccontò la sua storia.

-E' venuto da me un tipo. Persona per bene. Tipico padre di famiglia. La figlia come molti adolescenti era scappata di casa. Lui aveva paura che fosse finita in un brutto giro. L'unico indizio che mi ha dato è stato un indirizzo trovato nel diario della giovane. Era scritto più volte. Sono andato a vedere a cosa si riferisse.

Frenchie intervenne.

-Immagino che non hai trovato un negozio di Abercrombie con i saldi 24 ore su 24.

-Prima di andarci avevo cercato informazioni sul posto. Sapevo che avrei trovato una chiesa sconsacrata. Onestamente non avevo mai fatto caso che nel quartiere dell''alfabeto ce ne fosse una, ma d'altronde non si può dire che sia mai andato d'accordo con i preti.

Moon Knight immaginò il resto.

-Non hai trovato la ragazza ma quei tipi con i pugnali.

-Sbagli. Ho visto la ragazza, era uguale alla foto che mi aveva dato il padre. Solo che non era vittima di quel culto ma ne faceva parte. Una setta satanica adolescenziale ho pensato. La nuova moda del sabato sera, il ritrovo dei ragazzi scappati di casa in cerca di emozioni.

Frenchie si girò mentre con una mano accarezzava la cloche.

-Il post Twilight può essere duro da superare. Anche io ho adorato quei film soprattutto il tizio a torso nudo.

Moon alzò la voce.

-Il cadavere di quel tipo non era certo quello di un teenager e anche il modo in cui è morto. Quelli fanno sul serio. E poi c'è l'ombra con le frecce. Quella era un'assassina professionista. Da come parlava voleva me. Mi ha dato un avvertimento ma tornerà.

Gun non aveva dimenticato l'altro motivo per cui stava guardando New York dall'oblò di una mezzaluna volante.

-E per questo non ti ringrazierò mai abbastanza per avermi salvato. Però non mi è sfuggito il fatto che mi stavi cercando per un altro motivo.

-Frenchie era andato a trovare un suo amico...

Gun virgolettò la sua interruzione.

-Amichetto con lui sono tutti amichetti.

-Le continue battute sui gay denotano in genere un desiderio represso..

-E quelle sui francesi...

-Il fatto che sei un rozzo americano.

Moon aveva incrociato le braccia.

-Basta così. Non è il momento per scambiarsi battute. L'amico di Frenchie era un detective del Red Bear e, vuoi continuare tu...

Du Champ si fece cupo anche i suoi occhi riflessi nel vetro del jet tradivano una profonda tristezza.

-Si chiamava Jimmy Delano. Quando sono andato da lui la porta era socchiusa e c'era il suo cadavere sul pavimento. Aveva una ferita sul petto. Ora che ci penso, dopo quello che ha detto Moon, poteva trattarsi di un colpo di freccia.- finita la congettura si rivolse direttamente a Gun - sappiamo entrambi che non c'è nessuno in città che sa più cose di te soprattutto quando c'è da spolverare gli scheletri degli armadi altrui.

Anche il volto di Gun fu attraversato da un'ombra e anche il suo umore cambiò di colpo.

-Delano se la faceva con Simon Maddicks che è stato per diverso tempo un mercenario super criminale. Non ho mai creduto alla sua redenzione e avevo messo in guardia Delano su certe frequentazioni...- poi si rivolse a Moon cercando di guardarlo negli occhi difficili da trovare nel buio della maschera -una freccia ha detto Frenchie. Non pensi anche tu che la nostra amichetta sul tetto possa essere la colpevole? Non dirmi che non ci avevi pensato perchè non ci credo. E se fosse tutto un piano, la chiesa il culto la tiratrice con l'arco...

Il pilota voleva sapere la destinazione.

Moon Knight disse sicuro.

-Gun qual'è l'indirizzo della chiesa sconsacrata? Immagino che non sia lontana da qui. Voglio andarci a dare un'occhiata. Simon Maddicks può aspettare.

L'ombra con le frecce aveva parlato del suo passato e ora spuntava fuori un nome che ne aveva fatto parte che era scritto su una delle pagine più orribili della storia di Spector. Visto che non esistevano coincidenze c'era solo da chiedersi se quello spettro sapeva la sua vera identità, se il bersaglio non fosse Moon Knight ma Marc Spector.

 

***

 

La mezzaluna sorvolò il Tompinks Square Park, oltre la sua recinzione e le aree verdi ben curate c'era la avenue F dove Gun aveva visto il vecchio edificio popolato dalle presenze inquietanti dei cultisti dell'Eclisse.

Moon Knight quasi si aspettava di trovare un'area vuota magari in costruzione, invece in fondo alla strada nel punto in cui questa si allargava non più stretta tra i palazzi retrò tipici della città dell'alfabeto, comparve la facciata dismessa di una vecchia chiesa gotica.

Moon Knight si fece calare davanti all'ingresso, un portone in legno con intarsi in bronzo che raccontavano qualche storia di santi e peccatori.

Alcune vetrate erano sfondate e rimaneva solo lo scheletro in piombo, altre invece lasciavano intravedere tra le loro forme colorate alcune deboli luci come se dentro non fosse disabitata. Il portone scricchiolò non in modo sinistrò ma con il rumore che accompagna ogni vecchia struttura.

La chiesa all'interno non era molto grande e un cospicuo numero di panche erano state sradicate e gettate di traverso alla navata che solo da metà proseguiva pulita verso l'altare.

Non sembravano esserci tracce di strane sette, l'unica testimonianza di vita erano delle candele accese in alto, le stesse che gettavano all'esterno i loro bagliori.

Moon Knight si guardò intorno. Scostò dei vecchi tendaggi e sbirciò dentro un confessionale polveroso. Andò anche nelle stanze oltre l'altare quelle occupate in passato dal prete.

Niente. Solo locali vuoti e armadi che conservavano qualche abito scuro e un colletto non più bianco ma grigio polvere.

I cultisti dell'eclisse erano stati assai meticolosi nel non lasciarci dietro nulla.

Perchè inseguire il detective per un isolato fin sui tetti con l'intenzione di uccidere?  E cosa ci facevano dei teen agers tra quella gente? Un mistero dentro l'altro come in una matriosca.

Lasciò la chiesa richiamando il jet mezzaluna. Una volta a bordo espresse tutti I suoi dubbi.

-Non è rimasto nulla della cerimonia che dici di aver visto.

-Sono stati veloci a far scomparire tutto. Il fatto che avevo alle calcagna quei due incapucciati dimostra che non mi sono inventato le cose. Adesso vorrei solo andare a casa, farmi una doccia e una bella dormita.

Moon Knight era abbastanza d'accordo. Avrebbe lasciato all'indomani la faccenda Maddicks. C'era solo una cosa da verificare prima.

Era stato stupido a non prendere subito il cadavere del suicida. Quando tornò sul luogo dell'aggressione non c'era più, sparito nel nulla senza lasciare traccia come fosse stato inghiottito dalla notte.

 

***

 

La mezzaluna attraversò l'aria lasciando una scia argentata e quando si conficcò nel petto di un manichino iniziò a sprigionare una carica elettrica. Il pupazzo si scosse e poi cadde all'indietro.

-E' ancora troppo forte. Ho pensato che se Occhio di Falco (1) ha delle frecce di tutti i tipi, posso fare lo stesso con le mie armi. La mezzaluna esplosiva mi ha salvato la vita contro l'atlatindeo (2). La parola d'ordine è diversificare.

Moon Knight non parlava da solo aveva sentito i passi di Frenchie ed era rivolto a lui anche se non si era girato per guardarlo. Frenkie si strinse nelle spalle.

-A me sembra che stai facendo di tutto per non pensare a Maddicks. Io non ero con te a quel tempo. Mi trovavo su un altro fronte, ma so cos'è successo.

-Non ti si può nascondere nulla. Per quanto abbia aiutato la gente vestito da Moon Knight quello spettro ha ragione è troppo il sangue sulle mie mani perchè basti una vita, anche da eroe, a lavarlo via.

-Non volevo dire questo -tentennò l'amico- e tu non stai facendo del bene solo combattendo il crimine ma anche con la Spectocorp. La riapertura dell'acquario, i lavori daranno opportunità lavorative a molta gente. Sei una brava persona Marc.

-Adesso ma un tempo ero una persona orribile anzi in certi casi non ero nemmeno un'essere umano. Rivedere Maddicks riaprirà solo un sacco di ferite ma devo farlo per scorprire chi mi vuole morto, perchè e soprattutto se conosce la mia identità segreta.

 

***

 

I detective privati sono stati resi affascinanti dai film e dai libri ma la realtà è ben diversa.

Quelli del Red Bear erano ex poliziotti usciti dal giro per qualche errore di troppo, oppure vigilantes che hanno abbandonato le agenzie di sicurezza per mettersi in proprio.

Andavano di moda anche gli amatoriali, gente che pensava che ficcare il naso negli affari altrui, soprattutto di lenzuola e corna, fosse un affare più redditizio di lavorare come impiegato.

Le nuove entrate in questo mondo dai contorni sfuocati e dalle relazioni ambigue erano i super criminali, quelli che avevano già intrapreso la strada di una difficile redenzione.

Qui inimicizie personali, rancori e odi non troppo nascosti venivano accantonati per il tempo di una bevuta o di una partita a poker. Ovviamente le cose non andavano sempre così.

La notizia della morte di Jimmy Delano era già arrivata ai tavoli e ad uno in particolare dove era seduto un uomo sulla quarantina che stringeva un bicchiere di liquore con rabbia. Quella morte lo preoccupava non poco e non solo perchè lavorava con Delano.

Timori fondati perchè Simon Maddicks sapeva che la freccia che aveva colpito il suo amico era destinata a lui. Simon stava bevendo quando nel pub entrò Steve Gun tirato a lucido con l'espressione di chi, se avesse potuto, sarebbe stato triste solo al suo funerale non certo a quello degli altri.

Con Delano si frequentavano e se al momento della notizia un pò si era rattristato, passate 24 ore era lì non certo per un tributo sentito ma perchè qualcuno vestito di bianco dai modi assai convincenti gli aveva ordinato di andarci.

Gli aveva anche detto di fare un'altra cosa, per questo avvicinandosi alla testa semi rasata di Maddicks stava maledicendo Moon Knight.

Gun sapeva dei trascorsi di Maddicks della sua carriera come super criminale. Se avesse indossato i suoi vecchi panni dell' Averla Assassina probabilmente gli avrebbe fatto meno paura. Si sedette al suo tavolo senza nemmeno chiedere se poteva per farsi coraggio e dimostrare allo squalo che non era un boccone facile. Maledì un'altra volta Moon Knight.

-Simon Maddicks detective privato. Suona bene meglio di Maddicks e Delano non trovi?

-Ci conosciamo? - chiese l'ex mercenario con la voce che tradiva insofferenza.

-Siamo colleghi. Qui dentro siamo una grande famiglia che da un pò di tempo si è messa ad accogliere pecorelle smarrite.

Gun non fece in tempo ad evitare la presa ferrea di Maddicks che strinse con forza le dita intorno al suo polso, bloccandogli la mano a mezz'aria.

-Istinto suicida o cosa?

-Voglio solo fare quattro chiacchere sapere se sei interessato a chi va in giro a tirare frecce fantasma alla gente.

Maddicks non nascose la sua sorpresa, pensava che Gun fosse il solito piantagrane ubriaco. Adesso quella visita inopportuna assumeva ben altra sostanza. Non mollò ancora la presa e lo guardò negli occhi come a scoprire se non stava mentendo.

-Ero amico di Delano. Lui aveva capito che uno come me poteva essere un ottimo socio. Ero con lui quando la freccia lo ha colpito. Se sai qualcosa su chi è stato ti conviene parlare – diede un calcetto alla borsa ai piedi del tavolo – altrimenti qui dentro ho qualcosa per rendere questa notte la peggiore della tua vita.

-Maledetto Moon Knight- pensò Gun sentendo come la morsa intorno al suo polso stava aumentando. Adesso era il momento di usare le informazioni del crociato lunare quelle che avrebbero dovuto far saltare sulla sedia l'ex Averla Assassina.

-So che è collegato o meglio collegata a quanto è successo in Bolivia. Ti ricordi la tua vacanza in Bolivia offerta dal dittatore locale. Bei panorami, massacri di innocenti e un sacco di amicizie interessanti.

Maddicks mollò finalmente il braccio di Gun e senza pensare afferrò il bicchiere che si frantumò tra le sue dita.

-Un tipo informato vedo. E cos'è che ti rende così sicuro che si tratta della Bolivia? Lo ammetto è stata una brutta storia una per cui ho ancora degli incubi, ma non è stata la sola.

Si era quasi tradito ma Maddicks era pur sempre un uomo e adesso la sua parte umana era parecchio scossa.

-Ho le prove di quanto dico. Se hai capito non sono qui per caso.

-E perchè mi aiuteresti, se non ricordo male alle riunioni dei detective tu eri uno di quelli che avrebbe visto volentieri gentaglia come noi ex criminali di nuovo dietro le sbarre.

-Un favore per un favore. Delano non aveva tutti i torti è meglio essere tuo amico che nemico.

-Va bene portami da questa fantomatica prova e poi spiegami bene come sai della Bolivia. Solo dopo che l'avrai fatto potremmo parlare di quello che vuoi da me.

-Vedo che siamo arrivati ad un accordo – gettò l'occhio verso la borsa .-per curiosità li dentro cosa c'è?

-Una mia vecchia amica.- disse Maddicks allungando la frase con un sorriso spezzato.

-Mi alzo prima io, ti aspetto fuori.

-Non ti conviene tentare scherzi o ti presenterò la mia vecchia amica. Lei è molto esigente con gli uomini. Gli piacciono morti.

-Maledetto Moon Knight – pensò Gun sorridendo al criminale e avviandosi verso l'uscita. Una volta all'esterno premette un pulsantino sull'orologio da polso.

Maddicks lo sorprese alle spalle ma non si accorse di quel piccolo gesto.

-Dove andiamo? - disse facendo oscillare un poco la borsa.

-Da questa parte.- disse Gun facendo l'errore di guardarsi troppo attorno nel vicolo che dopo qualche metro sarebbe sfociato nella zona del porto, nell'area scarico carico dei container.

-Stai contando le stelle? Chiese Maddicks allungandogli un braccio sulla spalla.

-Perchè?

-Perchè guardi in cielo. Stai per caso aspettando qualcuno? Non penserai mica di sorprendere il vecchio Simon.

-Non ho nessuna intenzione di farlo

-Meglio così...- strinse la sinistra in un pugno minaccioso.

Gun provava a stare tranquillo, non voleva che quello psicopatico sentisse battere forte il suo cuore.

Il vicolo sbucò davanti ai primi grossi container, enormi scatoloni di metallo spiaggiati nell'area del porto, alcuni arrugginiti, altri più nuovi e luccicanti. Moon Knight vedeva i due dall'alto di una gru su cui si era appollaiato.  Avrebbe aspettato ancora un pò prima di intervenire.

-Dov'è finito Moon Knight, ho fatto quanto mi ha detto. Sono stato un ottima esca.- pensò Gun.

Maddicks si sentiva inquieto.

-Allora vuoi dirmi quanto manca.- lo guardò meglio negli occhi che cercavano di sfuggire i suoi -Conosco quello sguardo, è di chi vuole fregarmi. E' una fottuta trappola vero. Adesso parlerai in un modo o nell'altro, che è quello che preferisco.

Con forza lo sbattè contro una delle pareti di metallo, poi aprì la borsa. Sotto gli occhi terrorizzati di Gun estrasse i bracciali dell'Averla Assassina, li sistemò ai polsi. Le lame taglienti iniziarono a sfrigolare.

-Adesso conoscerai la mia vecchia amica, l'Averla Assassina. Non preoccuparti le scariche non ti uccideranno. Il bello di questi laser è che provocano dolori terribili ma cicatrizzano le ferite permettendo di aprirne un bel pò...vediamo a che numero di tagli arrivi tu Steve Gun.

Gun chiuse gli occhi e per quella che lui credeva l'ultima volta pensò

-Maledetto Moon Knight.

 

Continua...

 

NOTE

 

1)Se volete godervi uno dei pochi incontri tra Occhio di Falco e Moon Knight leggete il team up "Natale a Miami" in due parti che trovate tra gli aggiornamenti del mese.

 

2) L'incontro con l'atlantideo c'è stato nei primi numeri di questa serie.